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Il monastero di San Vincenzo al Volturno fu costruito nell’VIII secolo lungo le rive del fiume Volturno da tre nobili beneventani, Paldo, Taso e Tato, per dedicarsi a una vita ascetica.
Grazie al codice miniato “Chronicon Vulturnense” del 1130, è possibile ricostruire le principali vicende storiche del monastero che nel 787, grazie ai privilegi fiscali e giurisdizionali concessi da Carlo Magno, divenne una delle più importanti abbazie europee.
Nel IX secolo diventò una piccola città monastica con 10 chiese, 350 monaci e vasti possedimenti terrieri.
Nell'848 fu danneggiato da un terremoto.
Nell'860 versò un pesante tributo all’emiro di Bari,Sawdan per non essere distrutto.
Nell'881 fu attaccato e bruciato da un gruppo di Saraceni al soldo del duca Atanasio II di Napoli. Fu ricostruito alla fine del X secolo grazie all'appoggio diretto degli imperatori Ottone II e Ottone III.
L’arrivo dei Normanni segna l’abbandono definitivo di questo luogo.
Alla fine dell’XI secolo i monaci si trasferirono sulla riva opposta del fiume Volturno, in un monastero costruito ex-novo e fortificato, con una nuova chiesa che fu consacrata nel 1108 da papa Pasquale II.